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Le strade di "Di Cicco"

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更新日期:2019-04-01

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Le strade di

Ubicato nel Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane, il sito archeologico di Croccia Cognato sorge intorno all'altura di Monte Croccia (1140 m.s.l.).in una posizione privilegiata per il controllo della Media Valle del Basento e del corso del fiume Salandrella. Si tratta infatti di un insediamento fortificato datato tra il VI e la prima metà del III sec.a.C., che si inserisce tra i siti di altura della Basilicata "Lucana". L'area particolarmente montuosa e selvaggia, fin dal Mesolitico (1200-8000 a.C.) inizia a rappresentare un ambiente di grandi risorse. Gruppi di cacciatori-raccoglitori la scelsero per indirizzare le loro battute di caccia, sfruttando del resto le cavità naturali degli affioramenti di roccia arenaria come riparo e grotta. Ma non fu solo questo il motivo della

frequentazione dell'area. La sussistenza di questi gruppi non era solo legata ad attività venatoria ma anche all'approvvigionamento di selce, materia prima per la lavorazione dei loro strumenti, di cui il territorio risulta particolarmente ricco. Dall'analisi dell'industria litica dovette trattarsi comunque di uno stanziamento stagionale. Tra la suggestione delle bellezze naturalistiche del sito, gli affioramenti di roccia arenaria, che nell'età del Bronzo raggiunsero la loro massima monumentalità con l'utilizzo del complesso megalitico di Pietra della Mole come calendario di Pietra, capace di segnale il solstizio d'estate e il

solstizio di inverno.

Nel VI sec a.C. "Croccia Cognato" viene dotato di una cinta muraria, "la cinta muraria esterna", costruita con conci litici tra loro irregolari, a cui nel e IV sec a.C. viene aggiunto

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un nuovo circuito difensivo in opera pseudo-poligonale. Entrambe le cinte sono edificate con la tecnica della doppia cortina muraria messa a secco e con il riempimento del nucleo interno composto da pietrame di scarto misto a terreno. Per datazione e funzionalità la tecnica con cui è costruito il primo circuito murario è meno elaborata rispetto al secondo circuito, che solamente nei punti meno rappresentativi adopera soluzioni grossolane, includendo talvolta anche la roccia in loco. La cinta muraria interna, conosciuta meglio

come "mura dell'Acropoli" è definita da quattro postierle non carrabili e dalla porta di accesso principale, i cui blocchi recano alcuni segni dell'alfabeto greco ascrivibili alle firme degli scalpellini.

Cosa ci fosse sull'Acropoli è tutt'ora un quesito aperto che condiziona anche la ricostruzione delle vicende storiche del sito. Meno dubbi invece sull'articolazione dell'insediamento tra la prima e la seconda cinta muraria, dove il rinvenimento di un complesso di "ragguardevoli" dimensioni scavato da Di Cicco e riscoperto dalla Missione

dell'Università di Heidelberg potrebbe far ipotizzare che lo spazio fosse organizzato intorno a strutture abitative.

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È probabile che nel IV sec. a.C. si assiste ad una vera e propria gestione dello spazio territoriale, da cui ne risulta un insediamento articolato in tre differenti settori: Acropoli, abitato e area di culto. Quest'ultima esterna ai due circuiti difensivi è stata individuata sulla base dei rinvenimenti ceramici e delle terracotte votive in località "Acqua Fra Benedetto".

Nella prima metà del III a.C. si assiste all'abbandono dell'area. È questa una fase di grandi trasformazioni insediative per la Lucania interna.

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